Descrizione
L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole è stata il tema dell’interrogazione che i consiglieri Giulia Mazzarelli, Alessandro Masi, Anna Ferretti, Luca Micheli e Gabriella Piccinni del gruppo Partito Democratico hanno presentato durante il Consiglio comunale di oggi, giovedì 27 novembre. A rispondere è stato l’assessore alle politiche giovanili e alle pari opportunità del Comune di Siena, Micaela Papi.
“L'interrogazione – ha dichiarato l’assessore – affronta un tema di fondamentale importanza per la crescita consapevole delle nuove generazioni e per la costruzione di una comunità basata sui valori del rispetto, della parità e della prevenzione di ogni forma di discriminazione e violenza. La scuola, intesa come luogo primario di educazione e socializzazione, rappresenta uno dei contesti privilegiati in cui promuovere tali principi. È proprio tra i banchi di scuola che si formano i futuri cittadini e cittadine, ed è qui che è possibile agire in modo strutturale per superare stereotipi, prevenire comportamenti discriminatori e promuovere una reale cultura del rispetto e delle pari opportunità. È altrettanto fondamentale la costruzione di una rete territoriale solida e sinergica tra istituzioni, associazioni e realtà del terzo settore: il lavoro di rete rappresenta infatti la base imprescindibile per qualsiasi azione efficace di educazione e prevenzione”.
“Per quanto concerne il progetto regionale ‘Scuole che promuovono salute’ – ha proseguito Papi –, la responsabilità della programmazione, attuazione e monitoraggio di tale iniziativa è in capo alla Regione Toscana e all'Asl Toscana sud est. Nel territorio senese ha formalmente aderito l'Istituto Caselli, dove è attivo il percorso ‘W l'amore’ promosso dall'Asl e rivolto agli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado. Tale iniziativa si pone l’obiettivo di promuovere un’educazione all’affettività e alla sessualità consapevole, rispettosa e basata su solide basi scientifiche. Anche per il progetto ‘Peace 2’ (Progettare e animare comunità educanti), finanziato dalla Regione Toscana con risorse del Fondo Sociale Europeo, è importante sottolineare che l'ente promotore e responsabile è la Provincia di Siena, in collaborazione con le conferenze zonali per l'educazione e l'istruzione, i Comuni del territorio, l'ufficio scolastico territoriale, la Fondazione Musei Senesi, le associazioni del terzo settore, l'Università degli Studi di Siena, l'Università per Stranieri di Siena e il Tavolo provinciale politiche di genere. Il progetto, che rappresenta la prosecuzione e il potenziamento del precedente ‘Peace’ realizzato nel biennio 2022-2023, si propone di contribuire significativamente al superamento degli stereotipi di genere e alla promozione di una cultura basata sull'uguaglianza e sul rispetto di ogni individuo. Il Comune di Siena ha aderito come partner a ‘Peace 2’, che si articola in due azioni principali. La prima è la redazione del ‘Bilancio di genere’: il Comune di Siena, insieme ai Comuni di Chianciano Terme, Chiusi, Poggibonsi, San Gimignano e Sinalunga, ha sottoscritto un accordo territoriale impegnandosi a redigere il bilancio di genere per il triennio 2025-2027. Questo strumento strategico permetterà di analizzare l'impatto delle politiche pubbliche sulla qualità della vita di cittadine e cittadini, integrando la prospettiva di genere in ogni fase dei processi politici, dalla progettazione all'attuazione, dal monitoraggio alla valutazione. La seconda azione è supportare la diffusione e la realizzazione delle attività di sensibilizzazione nelle scuole, curate da associazioni e centri antiviolenza del territorio. Sarà nostra cura monitorare l’avanzamento e i risultati dell’Azione 2 del progetto, in costante raccordo con la Provincia di Siena, ente capofila dell’iniziativa”.
“Nell'ambito del progetto ‘Si-Sienasociale 2.0’ – ha poi spiegato l’assessore – abbiamo fortemente voluto l’istituzione di un tavolo delle pari opportunità, accanto a quelli già esistenti su disabilità, famiglia-minori e anziani. L’obiettivo è costruire, in coprogettazione con gli enti del terzo settore, un progetto educativo strutturale rivolto ai giovani e alle scuole, fondato sui principi del rispetto reciproco, della valorizzazione delle differenze e della prevenzione della violenza di genere. Il tavolo, composto dall'amministrazione provinciale, dalla Società della Salute Senese e dalle associazioni Donna Chiama Donna e Aleteia, ha individuato una serie di macro-aree di intervento che comprendono: la creazione di una rete educativa coerente e coordinata tra scuola, famiglia e comunità; la promozione di relazioni tra pari fondate sul rispetto, sull’empatia e sulla gestione consapevole delle emozioni; la prevenzione del bullismo e della violenza di genere; la promozione della cittadinanza attiva e inclusiva. Le azioni previste comprendono attività di mappatura e analisi dei bisogni, focus group, formazione per il personale docente, laboratori per studenti, campagne di sensibilizzazione ed eventi pubblici”.
“Durante la fase di implementazione – ha proseguito Papi - è tuttavia emersa una criticità significativa: la limitata disponibilità delle scuole ad accogliere ulteriori proposte formative nell’anno scolastico in corso. Questo non per mancanza di interesse o sensibilità rispetto ai temi trattati, ma per una saturazione oggettiva del carico progettuale già in essere. Le scuole si trovano a gestire contemporaneamente numerosi progetti ministeriali, regionali, oltre ai percorsi di orientamento e pcto, con tempi e risorse organizzative limitate. A ciò si aggiunge che ogni istituto, nell’esercizio della propria autonomia scolastica, deve necessariamente bilanciare l’attività progettuale con la programmazione didattica, la gestione delle classi e le risorse interne disponibili. Tuttavia, tale situazione non riduce la volontà dell’amministrazione comunale di proseguire nel dialogo e nel sostegno alle scuole, anche nella prospettiva di ampliare gli ambiti di intervento e coinvolgere nuovi soggetti educativi, come le società sportive e le associazioni giovanili del territorio. Questa scelta strategica potrebbe consentire di estendere l’impatto delle attività di sensibilizzazione e di intercettare nuove fasce di giovani attraverso canali formativi complementari a quello scolastico, mantenendo però una piena coerenza educativa e valoriale”.
“Ribadiamo l’impegno del Comune di Siena – ha concluso Papi - a monitorare e valorizzare le esperienze già attive, a sostenere le realtà associative che operano in questi ambiti e a favorire la realizzazione di progetti stabili e strutturali nel campo dell’educazione all’affettività, al rispetto e alle pari opportunità. Rimaniamo a disposizione per fornire ulteriori aggiornamenti sulle attività di diretta competenza comunale e per promuovere ogni occasione di confronto e collaborazione costruttiva con tutte le forze politiche e sociali del territorio”.
La consigliera Giulia Mazzarelli del gruppo Partito Democratico, che ha illustrato l’interrogazione, ha replicato: “Pochi giorni fa è stato il 25 novembre, i dati che emergono sono allarmanti: il 31 per cento delle donne italiane ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita; ci sono stati 77 femminicidi da inizio anno. A livello regionale è stato presentato in questi giorni il diciassettesimo rapporto sulla violenza di genere e 5.600 donne hanno contattato i venticinque centri antiviolenza regionali; ci sono stati nove femminicidi in Toscana, quattro minori sono rimasti orfani, 2.701 sono gli accessi al pronto soccorso in codice rosa, quattrocento in più rispetto all’anno precedente. E la violenza è in crescita fra giovanissimi e anziani, che prima erano solo marginalmente interessati da questo fenomeno. Abbiamo fatto un importante passo in avanti in questi giorni con l’approvazione unanime alla Camera della legge sul consenso, introducendo nel nostro ordinamento in modo esplicito il concetto di ‘consenso libero e attuale’. In questo modo l’Italia si allineerebbe agli altri ventuno Paesi europei che già recepiscono la convenzione di Istanbul; la legge purtroppo è ferma in Senato e speriamo che si sblocchi il prima possibile. Allo stesso modo, credo che sia fondamentale inserire in modo strutturale l’educazione all’affettività e sessuale nell’offerta formativa e nei programmi didattici delle scuole. I limiti degli istituti nella disponibilità di risorse organizzative disponibili e nel sovraccarico già presente nei programmi, limiti che l’amministrazione incontra nel lavoro che sta facendo in questa direzione e per cui sono pochi gli istituti scolastici che aderiscono ai progetti, testimoniano la necessità che si intervenga a livello ministeriale. Il nostro territorio ha messo in campo molti interessanti progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, anche se ancora, purtroppo, non in modo diffuso e stabile, e questi progetti coinvolgono anche le scuole medie. Quello che mi premeva era accertarmi che non si andasse nella direzione di un rischio: che questo emendamento che è stato approvato in Commissione Cultura, che vieta l’educazione sessuale nelle scuole medie e la rende possibile nelle scuole superiori solo previo consenso dei genitori, avesse anche un risvolto negativo nel nostro territorio, ma mi sembra di capire che l’amministrazione in questo senso andrà avanti e, anzi, cercherà di appoggiare ancora di più i progetti e di promuovere, nel limite di quella che è la capacità che ha il Comune, questo tipo di iniziative. Questo è importante perché sia che si parli di violenza di genere, che di odio per motivi legati all’identità di genere, alla provenienza culturale o all’orientamento sessuale, tutto questo va combattuto intervenendo sulla cultura e sull’educazione, perché solo così si potrà nel tempo cambiare la realtà, solo così si potrà forse accorciare la distanza: secondo le stime del World Economic Forum serviranno ben centoventitrè anni per colmare il divario di genere e l’Italia si trova in posizioni piuttosto preoccupanti e arretrate nelle classifiche internazionali (85esimo posto nel 2025). Per tutti questi motivi è estremamente importante continuare a investire su questo tipo di progetti, che vadano in qualche modo a intervenire culturalmente sul fenomeno. Mi ritengo soddisfatta dell’impegno che l’amministrazione ha dichiarato di voler dimostrare in questo ambito”.